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La recente indagine del Centro Studi APS – I.r.c.a.f. mostra l’estrema criticità, per quanto riguarda la sostenibilità economica, dei costi del servizio idrico integrato nel nostro ambito territoriale da parte di famiglie ed imprese.
L’Umbria si colloca al secondo posto, dopo la Toscana, in termini di spesa più elevata: 509,08€ di spesa annua media per famiglia nelle città della nostra regione, contro un dato medio nazionale pari a 392,9€. A fronte di una spesa media annua per famiglia di molto superiore alla media nazionale, corrisponde una qualità tecnica del servizio inferiore rispetto alla media nazionale.
“Riteniamo occorrano maggiori investimenti infrastrutturali per ridurre le spese straordinarie di manutenzione tecnica, nella consapevolezza che più si ritardano gli interventi sulla rete, maggiori saranno i danni a cui si andrà incontro e più elevati i costi per la collettività.” le parole dell’associazione di categoria, che ha scritto ai principali responsabili del settore, tra cui il presidente del Sii, Carlo Orsini, e il presidente dell’Auri, Andrea Sisti.
“Servono investimenti infrastrutturali immediati per ridurre le spese straordinarie di manutenzione tecnica. Ritardare gli interventi sulla rete significa aggravare i danni e aumentare i costi per tutti”
A subire le difficoltà, però, non sono solo le famiglie ma anche le imprese e soprattutto i pubblici esercizi “La suddivisione in fasce di consumo e i conseguenti aumenti tariffari hanno reso il servizio idrico insostenibile per i bilanci delle imprese”, spiegano i gestori.“
L’associazione di categoria chiede interventi immediati e soluzioni strutturali. In particolare, Confcommercio chiede: la riduzione degli squilibri tariffari per evitare trattamenti discriminatori tra utenti della stessa categoria; una rivisitazione dei regolamenti locali, per alleggerire gli oneri economici dei pubblici esercizi; investimenti nella rete idrica, per migliorare la qualità del servizio e abbattere i costi di manutenzione straordinaria.