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Perugia dice no alla guerra!

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Perugia e la mobilitazione contro il riarmo: la protesta davanti al Comune

Venerdì 7 marzo alle ore 12:00, davanti al Comune di Perugia, si terrà un presidio promosso dal comitato Cittadini di Perugia per la Pace per esprimere un netto dissenso nei confronti della scelta della sindaca di aderire alla manifestazione del 15 marzo, a sostegno di un’Europa più forte e armata.

Le ragioni della protesta

Al centro della contestazione vi è l’adesione della prima cittadina perugina a un’iniziativa che, secondo i promotori del presidio, si traduce in un sostegno al massiccio piano di riarmo europeo annunciato dalla Presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen. Un programma che prevede 800 miliardi di euro di investimenti nel settore della difesa, con il chiaro intento di rafforzare la capacità militare dell’Unione Europea in un contesto di crescente tensione geopolitica.

I manifestanti denunciano tre rischi principali derivanti da questa strategia:

1. L’escalation dello scontro con la Russia, che potrebbe rendere inevitabile un conflitto diretto su larga scala.

2. L’impatto sulle politiche sociali, con il rischio che l’aumento delle spese militari venga finanziato a discapito di settori cruciali come sanità, istruzione e welfare.

3. La deriva autoritaria e bellicista, con una crescente militarizzazione della politica che potrebbe mettere in crisi i principi democratici sanciti dalla Costituzione italiana.

A pesare sulla protesta è anche il richiamo al pensiero di Aldo Capitini, filosofo, antifascista e padre del pacifismo italiano, che proprio a Perugia diede vita alla storica Marcia per la Pace e la Fratellanza dei Popoli. Secondo i manifestanti, la decisione della sindaca rappresenta un tradimento dei valori pacifisti, in contrasto con la tradizione culturale della città.

Un’Italia fuori dalla guerra?

Lo slogan che accompagna l’iniziativa, “FUORI L’ITALIA DALLA GUERRA! SINDACA RIPENSACI!”, riflette il timore che l’Italia possa essere sempre più coinvolta in dinamiche belliche, in un momento storico già segnato da conflitti in Ucraina e Medio Oriente.

La mobilitazione di Perugia si inserisce in un più ampio dibattito nazionale e internazionale su quale debba essere il ruolo dell’Europa nel nuovo scenario globale. Se da una parte le istituzioni europee spingono per una maggiore indipendenza strategica e per un rafforzamento delle capacità difensive, dall’altra cresce il fronte di chi, come i promotori della protesta, ritiene che il rischio di una deriva militarista sia sempre più concreto.

Resta da vedere se la sindaca di Perugia risponderà alle sollecitazioni dei cittadini contrari al riarmo o se manterrà la sua adesione alla manifestazione del 15 marzo.