Attualità
Liste d’attesa, come cambia il modello organizzativo

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Cambia il modello organizzativo delle liste di attesa, finalizzato all’abbattimento dei tempi. Ad annunciarlo è stata la presidente Stefania Proietti rispondendo in aula alla richiesta dell‘ex presidente, Donatella Tesei, di presentare un’informativa sul piano di abbattimento.
Al centro della discussione l’annuncio di palazzo Donini delle 30 mila e 600 prestazioni aggiuntive che – ha spiegato la Proietti in aula – saranno tutte prenotate entro marzo e fatte entro aprile. La presidente ha spiegato che è stato nominato il Responsabile unico di assistenza sanitaria, accusando la giunta precedente di non averlo nominato entro il 30 ottobre, e istituita una cabina di regia, coinvolgendo le aziende sanitarie per analizzare e ridurre le liste d’attesa. La cabina di regia si riunisce ogni martedì, mentre ogni sera si tiene una direzione tecnica con Ruas e Punto Zero per monitorare le azioni correttive.
“Le aziende sanitarie – ha continuano la Proietti – hanno pianificato un incremento delle disponibilità delle agende, contattando i pazienti fino a tre volte per evitare sprechi di appuntamenti. Chi non risponde riceve un sms con un numero da contattare. Parallelamente, è in corso una riorganizzazione delle reti sanitarie per collegare diagnosi e interventi chirurgici, evitando che i pazienti rimangano in attesa senza assistenza. Quanto al coinvolgimento dei privati (altro tema molto caldo), sono stati utilizzati fondi residui del 2023 e lo 0,4 per cento del fondo sanitario destinato ai privati convenzionati (7 milioni di euro per l’Umbria). Questo ha permesso di erogare 4.500 prestazioni su 30.600 totali. Le aziende hanno acquistato prestazioni private basandosi sui percorsi di tutela, senza nuovi contratti.“
Le opposizioni hanno contestato manovra, presentando una proposta di risoluzione con la quale si è chiesto di fornire tutta la documentazione in grado di attestare le 30.600 prestazioni, le relative coperture, i confronti con i sindacati o gli accordi previsti per erogare gli esami aggiuntivi.
Proposta respinta anche perché ritenuta dalla maggioranza «un mero accesso agli atti, non di indirizzo politico». Nel corso del dibattito le opposizioni hanno infine espresso forti dubbi sulla reale attuazione del piano, chiedendo trasparenza sugli atti amministrativi e sulle risorse impiegate.