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Cronaca

“Scusa, qui è Ameri… Bruno Pizzul ci ha lasciato”.

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Così Enrico Ameri avrebbe interrotto la diretta della nostra Vita per comunicarci la scomparsa di Bruno Pizzul, la cui voce inconfondibile ha accompagnato generazioni di tifosi attraverso le onde radio e le immagini televisive. Nato a Udine l’8 marzo 1938, Pizzul si è spento oggi all’età di 86 anni presso l’ospedale di Gorizia, a pochi giorni dal suo 87º compleanno.

La carriera di Pizzul nel mondo del calcio iniziò sul campo, tuttavia, fu dietro al microfono che trovò la sua vera vocazione. Assunto dalla Rai nel 1969, esordì come telecronista televisivo l’8 aprile 1970, commentando una partita di Coppa Italia tra Juventus e Bologna. La sua ascesa fu rapida e, a partire dal Mondiale del 1986 in Messico, divenne la voce ufficiale delle partite della nazionale italiana, ruolo che mantenne fino al 2002. Con il suo stile pacato e coinvolgente, Pizzul raccontò cinque campionati del mondo e quattro campionati europei, diventando un punto di riferimento per milioni di telespettatori.

La sua voce calda e rassicurante ha narrato momenti indimenticabili del calcio italiano, trasformando ogni partita in un racconto appassionato. La sua capacità di trasmettere emozioni senza mai eccedere nei toni lo ha reso un’icona del giornalismo sportivo italiano. La scomparsa di Bruno Pizzul rappresenta la fine di un’era per tutti gli appassionati di calcio che hanno vissuto le imprese degli Azzurri attraverso la sua voce.

La scomparsa di Bruno Pizzul e, qualche giorno fa di Claudio Mariani, rappresenta una perdita significativa per il giornalismo sportivo italiano. Entrambi hanno saputo raccontare il calcio con passione, competenza e autenticità, lasciando un’eredità che continuerà a ispirare le future generazioni di giornalisti.