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È allarme sicurezza a Terni e Perugia

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La sicurezza nelle città umbre, in particolare a Perugia e Terni, è tornata al centro del dibattito politico e istituzionale dopo gli ultimi episodi di violenza che hanno scosso l’opinione pubblica. A rilanciare il tema è stato il consigliere regionale del Partito Democratico, Francesco Filipponi, che ha espresso preoccupazione in merito alla possibile chiusura del Reparto Prevenzione Crimine di Perugia, denunciata dal segretario nazionale del sindacato di polizia Mosap, Roberto Fioramonti.
Secondo Filipponi, la lotta alla criminalità e il controllo del territorio devono rimanere due priorità per la nuova amministrazione regionale, senza compromessi che possano ridurre il livello di sicurezza garantito ai cittadini. La chiusura del Reparto Prevenzione Crimine, infatti, comporterebbe la perdita di circa quaranta operatori specializzati, un ridimensionamento che rischierebbe di indebolire il dispositivo di sicurezza pubblica. L’attenzione della politica e delle istituzioni locali è quindi alta, con la promessa di un monitoraggio costante della vicenda insieme all’amministrazione comunale di Perugia per scongiurare la perdita di un presidio ritenuto strategico per il controllo del territorio.
La questione della sicurezza urbana non è nuova per le città umbre. Perugia, da anni, combatte con il fenomeno della microcriminalità legata allo spaccio di droga, in particolare in alcune zone sensibili come Fontivegge, mentre Terni sta affrontando un aumento di episodi violenti che hanno destato allarme tra i cittadini. L’ultimo fatto di sangue avvenuto in città, con un’aggressione armata nel centro storico, ha riacceso la discussione sulla necessità di un presidio costante delle forze dell’ordine.
Il dibattito si inserisce in un contesto più ampio di revisione della sicurezza urbana, che riguarda non solo il numero di agenti disponibili sul territorio ma anche l’efficacia degli strumenti di prevenzione e repressione del crimine. La riduzione delle risorse e il possibile depotenziamento di alcuni reparti specializzati della polizia rappresentano un tema delicato per l’Umbria, una regione che, pur non avendo i numeri della criminalità organizzata di altre zone d’Italia, si trova a gestire situazioni critiche in crescita.
L’intervento di Filipponi e la denuncia del Mosap si collocano quindi in uno scenario complesso, dove la politica e le forze dell’ordine sono chiamate a trovare soluzioni efficaci per garantire ai cittadini un territorio sicuro. Se da un lato il mantenimento del Reparto Prevenzione Crimine di Perugia viene visto come una necessità imprescindibile, dall’altro servono anche strategie a lungo termine che vadano oltre il rafforzamento delle forze di polizia, investendo in prevenzione, illuminazione urbana, videosorveglianza e controllo sociale.
La battaglia sulla sicurezza a Perugia e Terni, dunque, non si esaurisce con la questione contingente del Reparto Prevenzione Crimine, ma apre una riflessione più ampia sulla capacità delle istituzioni di rispondere con efficacia e rapidità alle emergenze che si presentano. I cittadini chiedono risposte concrete, e il confronto tra le parti in causa sarà determinante per stabilire quale direzione prenderà la sicurezza nelle due principali città umbre.