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Si è svolta questa mattina la conferenza di fine mandato del professor Luigi Carlini, presidente uscente della Fondazione CARIT. Un’occasione per fare il punto sugli otto anni e mezzo di attività della Fondazione, che hanno visto un impegno costante nel miglioramento del territorio e nel sostegno alla comunità locale.
Durante il suo intervento, Carlini ha descritto i criteri di utilizzo degli 80 milioni di euro erogati per il territorio tra il 2016 e il 2024, di cui 12 milioni destinati alla sanità, con un impegno particolare per la città di Terni di 10 milioni.
Il presidente uscente ha poi ricordato i numerosi interventi di restauro che hanno segnato il suo mandato. Tra i più significativi, il restauro della Fontana di Piazza Tacito, quello dell’Anfiteatro Romano e, uno dei progetti più complessi e attesi, il restauro del complesso dell’abbazia di San Pietro in Valle.
La CARIT ha inoltre promosso numerose iniziative culturali, come le mostre di Canaletto, Caravaggio e Artemisia Gentileschi, fino alla recente mostra sull’amore da Tiziano a Banksy per dare risposta alla crescente “fame d’arte” che si è manifestata nel territorio. È stata anche annunciata la prossima organizzazione di una mostra sugli Impressionisti.
La valutazione dell’impatto delle iniziative è stata affidata a un pool della LUISS di Roma, con un approccio scientifico per valutare al meglio i benefici per la comunità derivanti dalle iniziative promosse.
Presente alla conferenza anche il nuovo presidente della CARIT, Emiliano Strinati, che ha annunciato la volontà di proseguire il lavoro del suo predecessore, focalizzandosi sulla sanità e sul sostegno alle piccole e medie imprese locali. Ha inoltre sottolineato l’importanza di contrastare la “fuga” dei giovani talenti. Il giovane Consiglio di Amministrazione, composto da figure dinamiche, proseguirà con nuove progettualità e in continuità con l’operato di quello uscente.
Un bilancio positivo, quindi, per una Fondazione che si conferma come un punto di riferimento per lo sviluppo del territorio, capace di coniugare gli interessi sociali con quelli pubblici, sempre in un’ottica di inclusività e di impegno civile.