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Calcio

Venti tifosi della Ternana raggiunto da Daspo solo dopo dieci anni

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Una storia che ha contorni che definire assurdi è un eufemismo. Ci riferiamo al divieto di restare per cinque anni lontano dalle manifestazioni sportive che ha colpito altrettanti tifosi rossoverdi. Un divieto che i destinatari del provvedimento hanno scoperto solo presentandosi ai botteghini per acquistare il biglietto di ingresso allo stadio. E quasi dieci anni dopo i fatti che ora gli vengono contestati.

Da cosa dipende tutto ciò? Cerchiamo di spiegarlo, anche se non è affatto semplice. I venti tifosi colpiti dal divieto sarebbero destinatari dell’articolo 9 del cosiddetto “decreto Amato”, relativo a “misure urgenti (si misure urgenti, dopo dieci anni….?) per la prevenzione e la repressione di fenomeni di violenza connessi a competizioni calcistiche”.

Un decreto varato dopo meno di sei giorni dalla morte dell’ispettore capo di polizia, Filippo Raciti, verificatasi il 2 febbraio 2007 durante alcuni scontri tra agenti di polizia e ultras catanesi al termine del derby Catania-Palermo.

Il decreto vieta “alle società organizzatrici di competizioni riguardanti il gioco del calcio, responsabili della emissione, distribuzione, vendita e cessione dei titoli di accesso (…) di emettere, vendere o distribuire titoli di accesso a soggetti che siano stati destinatari di provvedimenti” di Daspo “ovvero a soggetti che siano stati, comunque, condannati, anche con sentenza non definitiva, per reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive”. In questo caso, i destinatari del provvedimento sono alcuni tifosi rossoverdi che il 5 marzo del 2016 si sarebbero resi protagonisti delle vicende connesse al rientro a Terni del pullman della squadra dopo il derby tra Perugia e Fere, finito 1-0 per i padroni di casa. Lasciamo a voi ogni commento.