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Pochi medici al Pronto Soccorso, richiamati tre pensionati

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Il pronto soccorso dell’ospedale di Terni sta affrontando da anni una grave carenza di personale, aggravata dal numero crescente di accessi, che nel 2024 hanno superato i 55.000, con un incremento del 17% rispetto all’anno precedente. Per far fronte alla situazione, intanto sono stati richiamati in servizio tre medici in pensione. Questi professionisti, con una vasta esperienza alle spalle, sono stati assunti con contratti a sei mesi, con possibilità di rinnovo, per supportare il reparto dell’emergenza-urgenza, sotto pressione anche a causa di picchi influenzali.

Nel frattempo, l’Azienda ospedaliera ha avviato un nuovo bando per il reclutamento di medici da destinare al pronto soccorso, ma la difficoltà di trovare personale qualificato rende necessario il ricorso a professionisti in pensione. Il reparto, con un flusso quotidiano di accessi che varia tra i 150 e i 180 pazienti, continua a fare affidamento anche sui medici di medicina generale dell’USL2, che si occupano principalmente dei codici minori, lasciando i casi più gravi, come quelli con codici arancioni e rossi, ai medici del pronto soccorso. Nel 2024, i codici verdi hanno rappresentato il 39,7% degli accessi, mentre i codici rossi hanno riguardato il 3,4% dei pazienti. Il direttore generale dell’ospedale, Andrea Casciari, ha pertanto firmato la delibera per adottare questa soluzione palliativa e temporanea per garantire la continuità del servizio;  richiamare i medici in pensione sembra per il momento l’unica soluzione da potersi adottare con una certa solerzia.  Per la soluzione del problema, invece, prepariamoci ad aspettare a lungo e probabilmente a rimanere delusi: sono anni ormai che il Pronto Soccorso è in carenza di personale, con pazienti spiaggiati in condizioni penose nei corridoi, esposti a rischi di infezioni crociate, in un ambiente infernale, privo di privacy, reso ancor meno accogliente dalla presenza di guardie armate a difesa del personale medico che sempre più spesso è oggetto di minacce e ritorsioni.

Niente di più simile a un girone infernale, insomma.

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