Cronaca
Detenuto suicida al carcere di Terni: il sindacato di polizia moltiplica gli appelli

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Tragedia nel carcere di Terni nel giorno della Festa dei Lavoratori. Un detenuto italiano, ristretto per reati contro la famiglia, si è tolto la vita nel tardo pomeriggio del Primo Maggio. L’uomo si trovava in cella con un altro detenuto, ma sono stati inutili i tentativi di soccorrerlo.
Fabrizio Bonino, segretario umbro del SAPPE, uno dei sindacati del corpo di Polizia Penitenziaria, ha espresso cordoglio per la morte dell’uomo e torna a parlare di emergenza legata al disagio psichico nelle carceri italiane. Ha ribadito come la Polizia Penitenziaria si trovi spesso a operare senza strumenti adeguati per gestire situazioni tanto delicate, tornando quindi a sollecitare un potenziamento dei servizi psicologici, l’ampliamento dell’organico e una formazione mirata per prevenire gesti estremi come quello avvenuto a Terni.
Anche il segretario generale del sindacato SAPPE, Donato Capece, ha commentato l’episodio, definendolo una sconfitta per lo Stato e concentrandosi sugli effetti psicologici che tali episodi comportano per gli agenti coinvolti e gli altri detenuti, dicendo testualmente che “il suicidio rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti”.
Di certo, nonostante i continui appelli dei sindacati di Polizia e il richiamo del Capo dello Stato Sergio Mattarella all’urgenza nel migliorare la situazione carceraria, il problema è evidentemente ben lontano dall’essere risolto, se nei primi mesi del 2025 si registrano già 99 morti in carcere, 30 dei quali proprio per gesti volontari, l’ultimo dei quali compiuto proprio a Terni.