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Caso Suarez, dure condanne per l’esame farsa alla “Stranieri” di Perugia del calciatore in procinto di passare alla Juventus

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Caso Suarez, condanne per 163mila euro: «Pregiudicata reputazione della Stranieri». Per l’«esame farsa» dell’attaccante uruguaiano in procinto di passare alla Juventus, la Corte dei conti ha condannato l’ex rettrice, l’ex direttore generale e altri due persone. «I fatti di cui trattasi hanno pregiudicato la reputazione di alta fama di una prestigiosa Università italiana, di rilievo internazionale».

Il passaggio chiave È questo uno dei passaggi chiave della sentenza con la quale la Sezione giurisdizionale della Corte dei conti dell’Umbria ha riconosciuto la responsabilità di quattro ex figure apicali dell’Università per stranieri di Perugia, condannandole per aver orchestrato, secondo l’accusa, nell’autunno del 2020, il presunto «esame farsa» di italiano a favore del calciatore Luis Suarez. L’esame, richiesto nell’ambito delle pratiche per ottenere la cittadinanza italiana, era funzionale a un possibile ingaggio del calciatore da parte della Juventus.

Le condanne I condannati sono l’ex rettrice, Giuliana Grego Bolli, l’ex direttore generale Simone Olivieri un ex professore e coordinatore del Centro linguistico (Lorenzo Rocca), e l’ex direttrice del Centro Stefania Spina. Secondo la sentenza, tutti hanno avuto un ruolo attivo nella realizzazione di quella che viene chiamata una «procedura pilotata», che ha permesso al calciatore uruguaiano di superare l’esame senza possedere le reali competenze richieste dal livello linguistico B1. Le cifre del risarcimento, suddivise in base alle responsabilità individuali, ammontano complessivamente a circa 163 mila euro, di cui 150 mila per il solo danno d’immagine. I 150mila euro in particolare dovranno essere risarciti da Rocca, che ha patteggiato in sede penale; oltre 12mila dovranno essere restituiti in solido da tutti e quattro, anche se in parti diverse, per aver impiegato tempo e risorse per organizzare l’esame anziché svolgere i loro normali compiti istituzionali.

La sentenza La Corte ha riconosciuto dunque che l’ex rettrice e gli altri tre hanno impiegato tempo e risorse pubbliche non per finalità istituzionali, ma per gestire in modo illecito un esame pensato su misura per Suarez. Il celebre calciatore, come ricostruito dalle indagini sfociate nel processo penale tuttora in corso, aveva ricevuto i materiali dell’esame con largo anticipo, memorizzandoli parola per parola, come confermato dalle intercettazioni telefoniche acquisite dalla Procura. La prova, calendarizzata in via eccezionale e con contenuti semplificati, si è svolta il 17 settembre 2020, con tanto di certificato di superamento già pronto prima dell’esame stesso.

Dolo La magistratura contabile spiega che tutti i convenuti hanno agito con dolo, ossia con piena consapevolezza dell’illecito. A confermarlo, le numerose intercettazioni ambientali e telefoniche in cui i protagonisti parlano apertamente della necessità di «fargli una roba da principianti» e dell’urgenza di certificare il livello linguistico richiesto per non compromettere il trasferimento alla Juventus, peraltro mai concretizzatosi. La Corte ha precisato che il danno economico riconosciuto per l’uso improprio del tempo lavorativo riguarda un arco di dieci giorni, dall’8 al 17 settembre 2020.