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Nonostante il suo ruolo di polo industriale per l’Umbria, la provincia di Terni affronta sfide economiche e strutturali che ne limitano la competitività a livello nazionale. I dati sugli stipendi medi e sul mercato del lavoro evidenziano un contesto che necessita di interventi mirati e strategie di lungo periodo per favorire la crescita e la modernizzazione.
Nel 2023, la retribuzione media lorda mensile a Terni si è attestata a 1.615 euro, superiore a quella di Perugia (1.510 euro), ma ancora ben al di sotto della media nazionale di 1.820 euro. Sebbene Terni abbia stipendi medi più alti rispetto a Perugia, il divario con le aree più sviluppate del Paese è comunque significativo.
Le province del nord, come Milano (2.642 euro) e Bologna (2.123 euro), registrano salari nettamente superiori. Questa disparità salariale è in parte dovuta alla dipendenza di Terni dal settore siderurgico, che ha visto un declino negli ultimi decenni, mentre Perugia, pur meno industrializzata, ha sviluppato altre attività economiche, come il turismo e i servizi, che contribuiscono a una maggiore resilienza economica.
Il mercato del lavoro di Terni è segnato da livelli occupazionali inferiori a quelli di Perugia e da una crescente precarietà. Di conseguenza, la provincia ha visto un aumento dei contratti a termine e dei lavori precari, con una crescente emigrazione dei giovani in cerca di migliori opportunità altrove. Al contrario, Perugia, pur affrontando anch’essa una certa difficoltà nel mercato del lavoro, ha visto una maggiore diversificazione nei settori economici, con una forte crescita del comparto turistico e dei servizi, che ha contribuito a mantenere livelli occupazionali relativamente più alti e una minore dipendenza dai settori tradizionali.
I problemi di Terni derivano principalmente da limitazioni strutturali che richiedono interventi a lungo termine. La dipendenza dall’industria tradizionale, la scarsa diversificazione e la mancanza di modernizzazione dell’economia riducono l’attrattività per nuove imprese. La situazione è diversa a Perugia, che ha saputo sviluppare una rete economica più diversificata, sebbene anche questa città debba affrontare sfide legate alla sostenibilità e alla competitività dei suoi settori principali.